Keiko

La ripetizione continua del movimento, consente l'apprendimento.

Lo stato di concentrazione è reale se nasce in te una domanda.

L'allenamento significa sudare sia nel corpo che nello spirito.

M. Hosokawa

 


 


Tre piccole fotografie


Prima fotografia

Spesso nella mia vita ho reagito dopo aver scattato una fotografia; a 25 anni ho, per esempio, fotografato il mio libretto universitario; avevo solo sei esami: mi sono chiuso in casa e in due anni ho fatto il grosso del lavoro che mi avrebbe condotto poi alla laurea.

Seconda fotografia

A 46 anni ho fotografato il mio soggiorno gradevolmente arredato; anche dalla mia persona, troppo spesso, troppo spesso anche di sera; sono uscito di casa, ho portato i miei ottanta chili a una faticosa passeggiata, scansando con troppa attenzione una combriccola di non troppo educati personaggi; 1 settembre 1996: iscritto.

Terza fotografia

Una vecchia barzelletta degli anni settanta si chiedeva che cosa avesse da ridere la "jena ridens", visto che si cibava di cadaveri, viveva in solitudine e copulava una volta all'anno; anch'io mi chiedo cosa ci trovi da ridere sul tatami, dopo cinquanta minuti durante i quali judansha più o meno sadici mi hanno per l'ennesima volta dimostrato che ho imparato poco. Però rido. Più di quanto ridevo prima di iscrivermi ad Aikido.

Grazie, e che il Maestro dei maestri ti protegga, maestro.

Claudio

 


 


Keiko

È gioia del corpo. Disegno nell'aria cerchi e spirali.

È gioia del cuore. Percepisco una miriade di emozioni e sensazioni.

È gioia della mente, sempre vigile e attenta.

L'allenamento e' ritmo vitale.

Che dono meraviglioso, per esso infinita riconoscenza.

Giorgio

 


 


Pratico l'Aikido da circa 8 anni. Quando ho iniziato non sapevo granchè di questa disciplina e fondamentalmente cercavo in essa la difesa personale.

Ora a distanza di tanti anni sono cambiate molte cose in me grazie alla pratica di questa misteriosa arte marziale.

Inizialmente era soltanto attivita fisica e acquisizione di tecniche di neutralizzazione poi, essendo l'Aikido disciplina non agonistica, ho cominciato a sentire l'interazione tra torì e uke e quindi abbandonare quella parte di egoismo che me lo faceva pensare come un avversario e non come un compagno di "viaggio", come in realtà è.

Ora come ho già detto il viaggio dura da molti anni e il motivo che mi spinge ad andare avanti nello studio è che crescendo mi sono reso conto della molteplice valenza di quest'arte. In altre parole migliorando nell'Aikido sono migliorato anche in altri settori della vita di tutti i giorni. Mi sono reso conto che involontariamente e in modo assolutamente automatico avevo affinato doti quali sensibilita' del corpo, autocontrollo, senso del tempo, del ritmo ed altri ancora, che oltre ad essere fondamentali nelle arti marziali possono facilmente essere utili in altri momenti. Penso che trovando affinità anzichè differenze sia molto facile acquisire cose diverse: imparare per similitudine quindi (chi parla una lingua straniera molto facilmente ne impara delle altre!). Personalmente l'ho sperimentato sia nella pratica di altri sport quali equitazione e motociclismo che nello studio della musica. Credo non sia difficile, avendo una certa elasticità mentale, rendersi conto che in tutte queste attività doti quali sensibilità (fisica e psichica), autocontrollo, senso del tempo (inteso come momento giusto) e del ritmo (inteso come l'avvicendarsi degli eventi), siano fondamentali e che se si impara a padroneggiarle in un settore poi risulta facile applicarle a qualunque altro.

Do inoltre una notevole importanza all'aspetto psicologico di questa pratica. La stretta collaborazione tra due praticanti (torì e uke) porta ad una maggiore conoscenza di se stessi e degli altri, attraverso il senso del tatto si trasmette un enorme numero di informazioni: non vorrei esagerare dicendo che a mio avviso è più facile conoscersi durante la pratica che con le parole!

Durante la pratica non si può fingere; se nel nostro animo c'è rabbia si trasmette rabbia, se c'è gentilezza e tranquillità trasmetteremo questo. È inequivocabile, tutti i nostri più segreti pregi e difetti vengono fuori nitidi: rabbia, arroganza, paura, invidia, come pure collera, gentilezza, grinta, sicurezza, sincerità. Lavorare insieme vuol dire appianare tutte le divergenze, tutti gli "spigoli" che ci allontanano, per raggiungere il comune obiettivo di migliorare se stessi imparando a stare in armonia con gli altri: imparando l'Aikido in altre parole.

Andrea

 


 


Keiko

È niente e tutto.

È niente perchè nonostante allenamenti intensi e continui oltre a un beneficio fisico (ed è già un gran risultato) non riesco a percepire quella variazione mentale o "spirituale" che tanto si cerca nella nostra disciplina.

È tutto perchè l'elevazione spirituale o miglioramento interiore non può avvenire se non dopo costanti lunghi e continui allenamenti, secondo quanto predicato dal fondatore, e continuano a predicare Maestri e "Maestri".

È tutto perchè durante l'allenamento anche se in compagnia e con l'aiuto dei compagni, si è soli con il proprio Io, dove cercando di migliorare la tecnica cerchi di migliorare te stesso.

È niente perchè pur collaborando e cercando di aiutare il tuo torì ì solo lui che sente ciò che avviene dentro di sè.

Insomma, potrei parlare e scrivere per delle ore senza scrivere e dire niente, credo che l'allenamento possa portare a capire e poi vivere in quelle due virgole contrapposte racchiuse da un cerchio.

Angelo

 


 


Una luce brillante negli occhi

al tramonto, fruscio di piedi sul tatami

ascoltando col cuore la vita.

Nell'anno 2000,

Annalisa

 


 


Per me l'Aikido è un'arte meravigliosa e difficile; quando due anni fa ho cominciato a praticare mi è sembrato così difficile che mi sono sentita perduta, ho perso la fiducia in me stessa e mi sentivo oppressa a tal punto che spesso mi bloccavo e non riuscivo a muovere un solo dito pensando a come avrei dovuto muovere mani e piedi; mi sono sentita come un mille piedi che non riesce a camminare perchè non sa con quale zampa iniziare.

Ho incominciato a praticare Aikido a 42 anni e so bene che non mi basterà questa vita per imparare quest'arte, tuttavia sono certa che la pratica mi darà molto di più di quanto sento di avere avuto sino allora da lei.

Pratico Aikido perchè mi piace, mi fa star bene e mi da' l'opportunità di occuparmi di me stessa senza tuttavia darmi il tempo, durante l'esecuzione delle tecniche, di pensare a me con vanità ed egoismo.

Per chi è madre e lavoratrice anche fuori casa, occuparsi di sè stessa non è cosa facile perchè il pensiero di un figlio piccolo da crescere è sempre presente eppure l'Aikido mi dà la possibilità di tenere impegnata la mente per capire le tecniche e al tempo stesso di occuparmi così si mantiene sempre agile e contemporaneamente la pratica appaga lo spirito.

In particolare lo spirito è gratificato dalla sensazione di affinità spirituale con i compagni di pratica e la sensazione di poter comunicare con loro senza parole è molto bella.

Salire sul tatami per me significa lasciar fuori tutti i pensieri di ciò che sono di ciò che verrà.

Praticare Aikido mi fa star bene in tutti i sensi e quando sono rimasta fuori dal tatami per tre mesi, a causa di problemi fisici, mi è mancato moltissimo perchè quando vado via dopo la pratica mi sento come rigenerata nello spirito e nell'energia.

Vorrei dire inoltre che gli insegnamenti del mio Maestro sono sempre presenti nella mia mente anche fuori dal tatami, perchè vanno oltre le tecniche ed oltre i confini del tempo e dello spazio.

A volte penso che vorrei praticare tutti i giorni, mattino e sera, se fossi libera dagli impegni sono certa che lo farei, ma purtroppo devo accontentarmi di quel poco che faccio, che è sempre troppo poco per quello che c'è da imparare, ma è sempre molto per le sensazioni di forza interiore e di libertà che mi trasmette; inoltre mi dà la percezione di potermi avvicinare un giorno a quell'orizzonte lontano del quale ora intravedo solo i contorni sfumati.

Quell'orizzonte è per me quello che cerco veramente nella pratica dell'Aikido.

Grazie

Enrica

 


 


Aikido: cosa è per te! Perchè lo fai? Cosa cerchi in esso?

Prima di tutto vorrei spiegare come mi sono avvicinato all'Aikido sin da quando ero molto piccolo ho iniziato a guardare i cartoni animati giapponesi chiamati "anime", e furono per me una grande passione. Così, crescendo continuavo a guardare in televisione i miei eroi che, combattevano con le arti marziali per difendere i più deboli. Pian piano i principi morali di questi personaggi animati diventavano sempre più importanti per me, e per quanto potesse venire usata la violenza, secondo me era giustificata insomma, in un mondo in cui i deboli erano in balia dei malvagi era necessario un eroe che li difendesse.

Alcuni anni fa iniziai a leggere i manga: questi ultimi trattavano problemi più complessi e mi diedero modo di conoscere tanti altri aspetti della cultura nipponica presente e passata; venni così affascinato dal Giappone.

Su questo stesso periodo anche mio cugino Alberto venne sempre più affascinato dal paese del Sol levante e, dopo aver saputo dal suo Maestro di judo che, proprio qui a Cagliari insegnava Aikido il maestro Hosokawa, mi propose di iscriversi nella sua palestra.

Così nel maggio del 1999 andammo ad assistere ad una lezione e decidemmo di iniziare a praticare presso il dojo "Musubi No Kai".

Adesso per me l'Aikido è diventato molto importante, mi abituo a controllare meglio il mio corpo e secondo me è anche un modo di porsi davanti agli altri con armonia, quindi controllando i propri sentimenti e non lasciandosi innervosire con facilità.

Durante gli allenamenti cerco di trovare l'armonia del ritmo e del movimento con il mio compagno e penso che anche questo sia l'Aikido.

Comunque non so ancora dare una risposta completa a questa prima domanda, penso di dovermi allenare ancora molto per capire davvero cosa è l'Aikido.

Ci sono diversi motivi per cui pratico l'Aikido, uno di questi è quello di diventare sempre più forte. Penso che ogni giorno di allenamento sia utile per questo scopo, perchè con l'allenamento costante si superano i propri limiti, inoltre penso che la forza acquisita con il controllo dell'energia spirituale sia la vera forza, la vera forza è il ki, almeno da quello che credo quindi l'Aikido penso che sia un ottimo modo per imparare a controllare il proprio ki.

Un altro motivo per cui pratico l'Aikido è quello per cui posso imparare a vivere il più possibile in armonia con l'universo.

Credo che tutti gli allievi del Maestro Hosokawa siano incredibilmente fortunati a potersi allenare ogni giorno davanti a lui; forse non tutti riescono a capirlo ma abbiamo una fortuna immensa anche perchè il nostro Maestro ci può insegnare anche qualcosa che fa parte della cultura giapponese che quindi noi non potremmo conoscere se non grazie a lui.

Ancora un motivo è imparare l'arte della spada e del jo che, personalmente trovo incredibilmente affascinanti.

Credo anche che l'Aikido possa essere utile per rilassarsi e stare bene con sè stessi e con gli altri e per la difesa personale.

Non so esattamente cosa cerco nell'Aikido, forse cerco la Via per usare al meglio il Ki e per imparare le tecniche di respirazione, o magari cerco un punto di contatto tra Occidente e Oriente.

Comunque credo che sia importante mantenere una mentalità aperta e flessibile perchè se una persona fissa il suo obiettivo su una determinata cosa, può darsi che perda tante altre cose: come un fotografo che guarda attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografa per cercare di fotografare un particolare animale, può darsi che alla fine ci riesca ma nel frattempo avrà perso tantissime altre cose anche più importanti.

Giacomo

 


 


Cosa è per me l'allenamento...

Pregare è un gesto sacro perchè religioso è il fine cui la preghiera tende. Essa mira ad elevare lo spirito alla divinità. Il divino (per me e' sottinteso) può essere raggiunto o almeno percepito anche nell'armonia tra mente e corpo, quindi tra Io e Universo, che si raggiunge con l'allenamento in genere e (ho il sospetto) con l'Aikido in particolare.

Ecco perchè penso che allenarsi sia come pregare o comunque compiere un gesto sacro dotato di valenza religiosa.

Perchè mi alleno...

Perchè nell'allenamento la concentrazione (il massimo del pensiero non pensato) è applicato alla tecnica (il massimo del movimento non casuale), il che mi sembra il massimo per me sperimentabile a prezzi accessibili, dell'unione tra Io (mente) e Universo (corpo).

Cosa cerco nell'allenamento...

Cerco nell'allenamento un momento di religioso "silenzio" in cui contemplare la bellezza del corpo in movimento (cioè dello stesso universo).

Mauro


 


Keiko

Ormai per me "keiko" è diventato un fatto naturale, come bere e mangiare, nel senso che non ne posso più fare a meno.

La pratica però significa molto di più: è un qualcosa che regolarmente mi restituisce il giusto senso delle cose, mi allenta le tensioni, che altrimenti sarei, travolto dal ritmo quotidiano dell'esistenza. E' come fare un bagno caldo purificante di tutte le scorie accumulate durante la giornata. Mi restituisce il buon umore, la gioia di vivere, ed il giorno dopo vedo la realtà con altri occhi.

Ma come è cominciata quest'avventura con la tradizione marziale e in generale con la cultura tradizionale orientale?

Tanti anni fa, ero appena quattordicenne, mi sentii affascinato dal concetto che il debole può battere il forte senza faticare, e senza fare uso della forza. Cominciò così il mio incontro con judo, ma sentii subito che mancava qualcosa rispetto all'idea che me ne ero fatto. Il passaggio al karate fu un ulteriore passo avanti nella via marziale; ma anche lì avvertii che, a fronte di una notevole concretezza e immediatezza e di una tecnica spettacolare, non avevo ancora trovato la vera "via", dove tutto c'è.

"Tutto" significava verità ultima, armonia, arte, spiritualità, energia e di conseguenza efficacia, il tutto mirato a raggiungere quella forza interiore che sola può dare serenitò, distacco, pienezza del vivere e sicurezza.

Penso che nell'Aikido tutto questo ci sia, anche lunga è difficile è la "strada".

Non ricordo la prima sensazione dello scorrere del "ki", ma quasi senza accorgersene, questo avvenne,dapprima in modo fugace, poi sempre più persistente e sempre più facilmente, con una sensazione di pienezza e di potenza. Ormai ne ero certo; dopo tanti anni avevo trovato la vera "strada". Ogni allenamento è per me una fonte di freschezza, di rifornimento di energia.

Spero di poter praticare sino al mio ultimo giorno di vita.

Cesare


 


Grazie a tutti voi ...!!!!